Cosa ascolta il cantautore quando è a casa? Ecco alcune primizie.
La prima canzone che ricordo di aver sentito
È una leggenda di famiglia che anche prima di formulare delle frasi, sapevo come richiedere I've You Under My Skin cantata da Frank Sinatra sul giradischi. Ovviamente sono di parte, ma mia moglie [la musicista jazz Diana Krall] fa l'altra versione definitiva.
Il primo disco che ho posseduto
Nel 1962, ho sentito mio padre [cantante Ross MacManus] che provava una canzone di Fame at Last EP di Georgie Fame e mi ha dato il disco. Georgie è un grande sostenitore sconosciuto di altri artisti. Una volta ho avuto modo di cantare con Count Basie e mi sono completamente umiliato perché avevo imparato il suo classico Lil' Darlin' da un disco di Georgie Fame.
La performance che non dimenticherò mai
Per me, la versione Aretha Franklin ha fatto Don't Play That Song (You Lied) dal vivo al The Cliff Richard Show. Dopo una performance del genere non sei più lo stesso. Questa canzone è ricca del vangelo che ha assorbito da giovane. Ascolterei felicemente la sua introduzione al pianoforte da sola più di 20 volte.
Il mio catalogo discografco
Non le venderò mai. Mi darebber meno di quello che pensa valga farmi smettere di suonare, quindi... Per gli altri artisti ? Bisognerebbe capire quali sono le loro motivazioni. Immagino che pensino al futuro e alle difficoltà che i loro famigliari incontrerebbero se dovessero lasciare questo mondo. Lascerebbero un puzzle molto complicato da completare, e credo che abbia a che fare con questo.
La mia Fender Jazzmaster
La uso sempre, è la mia chitarra principale. Ogni tanto ne scelgo un’altra se ho bisogno di un suono particolare, ma sul palco non la cambio quasi mai per non interrompere il flusso dello spettacolo.
I Maneskin li ho sentiti, sono bravi. Io mi sono divertito molto al Saturday Night Live, spero anche loro. Scherzi a parte è bello che ci siano band da tutto il mondo che hanno successo. Io amo un’altra band italiana, gli Almamegretta, avrebbero meritato di più. Certe volte le barriere linguistiche sono un limite, altre volte lasciano aperta l’interpretazione del feeling che la voce suggerisce. Credo che la lezione sia: non avere paura di ascoltare.