Nell'ultimo episodio di "Beyond the Bus" di uDiscoverMusic, il leggendario rocker Billy Idol racconta la storia dietro la sua cover di "Love Don't Live Here Anymore" di Rose Royce. Il brano inedito è presente nella nuova edizione del 40° anniversario di Rebel Yell, in uscita il 26 aprile tramite Capitol Records/UMe.
Billy Idol si racconta su Rolling Stone. Da il colore dei capelli, i synth e il punk, la cocaina al recente duetto con Miley Cyrus.
Billy Idol se ne frega delle regole imposte dal tempo, a cominciare dall’anacronistico look punk anni ’70 che ha imposto a MTV negli anni ’80. Ha compiuto 65 anni il 30 novembre, tre giorni dopo l’uscita del nuovo album di Miley Cyrus, Plastic Hearts, in cui duetta con la cantante nell’eccellente Night Crawling. Il pezzo è quasi un revival del suono synth-punk dei classici di Idol. (Rolling Stone)
«Nel ’76 ho ricevuto una cartolina postale da Steve Bailey, che più avanti avrebbe suonato nei Siouxsie and the Banshees (col nome di Steven Severin, nda). Aveva visto i Sex Pistols, nella cartolina diceva che era la band che stavamo aspettando e che dovevo assolutamente andare a Londra. All’epoca frequentavo l’Università del Sussex, a Brighton. Sono andato a Londra e ho visto un po’ di concerti, compresi i Pistols. All’inizio facevano cover, tipo Substitute degli Who. Poi una volta hanno provato un pezzo nuovo, Pretty Vacant. Non era solo una canzone. Era una grande canzone. Una settimana dopo hanno aggiunto al repertorio Anarchy in the U.K. Quando l’ho ascoltata ho subito pensato che era l’inno dei nostri tempi. Credevamo davvero a quello che stavamo vedendo. Ero convinto che era quello il destino della nostra generazione».
Il taglio di capelli è nato per caso
«Volevo aggiungere dei riflessi blu. Una ragazza me li ha decolorati, che è quello che devi fare prima di aggiungere i riflessi e ritingerli di nero. A quel punto ha aperto la borsa e si è accorta che non aveva il necessario per farli blu. Mi ha detto che ci avrebbe riprovato la settimana dopo. Mi sono guardato allo specchio e ho pensato che non fosse poi male. Era un po’ arancione, ma figo, soprattutto per un punk. Li ho tenuti così e sono andato alle prove del mio gruppo, i Chelsea. Appena sono entrato, il cantante Gene October mi ha detto: “Mica avrai intenzione di tenere i capelli così, vero?”. Gli ho spiegato tutta la storia, ma era determinato a farmeli cambiare. Forse aveva paura che gli avrei rubato il centro della scena. Gli ho detto che li avrei tinti di nero, ma ovviamente non l’ho mai fatto. Sono diventati il mio marchio di fabbrica».