La morte di Johnny Thunders: Cosa è successo veramente.

By editorial board on Aprile 26, 2021

Trent'anni fa ci lasciava uno dei musicisti simbolo del proto punk, con New York Dolls e Heartbreakers. Fu ucciso dagli spacciatori? C'entra la polizia? E poi, che cosa c'era dietro il personaggio del bad boy?

Con la sua caratteristica Les Paul Junior (preferibilmente un modello TV Yellow, double cut), Johnny Thunders ha segnato la storia del glam rock e del proto punk (ma anche del punk-rock e del glam metal) con i dischi incisi insieme a New York Dolls, Johnny Thunders & The Heartbreakers e da solista. Estratto da Rolling Stone.it, per leggere tutto l'articolo clicca qui.

Poi c’è la questione della sua morte a New Orleans, a nemmeno 24 ore dal suo arrivo in città: come quella di ogni leggenda che si rispetta, la scomparsa di Johnny – a dispetto della fredda cronaca dei media e dei rapporti di polizia – è circondata da diversi luoghi d’ombra. Cosa è successo fra il 22 e il 23 aprile 1991?

Il 21 aprile del 1991 Johnny è a Colonia, in Germania: i Die Toten Hosen l’hanno chiamato per incidere una cover della sua Born to Lose per il loro album Learning English Lesson 1 ai Dierks Studios di Pulheim, una cittadina fra Düsseldorf e Colonia. Le registrazioni sono velocissime. Ecco ciò che ricordano alcuni testimoni, con cui ho avuto modo di parlare, di quella fulminea parentesi tedesca…

Chris Newman (Napalm Beach): «Johnny alloggiava nel nostro stesso hotel in Germania. Noi eravamo lì per delle interviste. Sentimmo la sua voce, chiedeva quando ci sarebbe stata la colazione: lo chiamammo e lo invitammo a unirsi a noi. Avevamo suonato assieme nel 1981, a Portland, e lui si ricordava: quel giorno aveva scambiato una delle sue chitarre con il nostro vecchio chitarrista. Ci disse che era lì per registrare coi Die Toten Hosen e poi sarebbe subito volato a New Orleans, dove avrebbe messo in piedi una nuova band con tanto di sezione di fiati e coriste (insieme a Jerry Nolan e Stevie Klasson, che dovevano raggiungerlo di lì a poco, nda)».

Il 22 aprile 1991 Johnny Thunders parte dall’aeroporto di Colonia. Ha con sé un paio di chitarre, le sue fedeli sacche di pelle e una valigia piena di abiti. Oltre a un bel rotolo di dollari in contanti in tasca, frutto di una serie di recenti concerti in Giappone e della rapida session coi Die Toten Hosen. Dopo diverse ore di volo fa scalo a Chicago e telefona allarmato alla sorella Mariann: dice che ha perso il biglietto aereo, in aeroporto. Lei gli fa immediatamente arrivare del denaro con un vaglia telegrafico, che non viene però riscosso.

Non è chiaro come, ma Johnny si imbarca e arriva a New Orleans; prende un taxi e si fa lasciare – tra le 21:30 e le 22:00 – davanti alla St. Peter Guest House, tra Burgandy e St. Peter Street. Gli viene assegnata la stanza numero 37: una cameretta con un letto singolo, il televisore appeso al muro e un bagno microscopico. Johnny appoggia i suoi bagagli per andare a fare un giro rapido per Bourbon Street; poi rientra in albergo e telefona alla sorella.

 

Dall’istante in cui Johnny chiude la telefonata, inizia una concatenazione di eventi che resta avvolta nella nebbia. L’unica cosa certa è che verso le 8 del mattino del 23 aprile l’addetta alla reception telefona alla stanza di Johnny, che risponde e viene redarguito per il baccano fatto durante la notte; stranamente lui chiede se può scendere al desk a parlare con la donna, ma non lo fa. Si perdono le sue tracce fino alle 15:30 circa, quando durante la pulizia quotidiana delle camere il suo corpo viene ritrovato. È rannicchiato ai piedi dell’armadio; intorno la stanza è un caos totale. Cosa è accaduto? Nessuno lo sa con precisione, come dimostrano le parole di chi ho interpellato.

Mike Hudson (giornalista, cantante dei Pagans, intervistato nel 2011): «Circa due settimane dopo la morte di Johnny, sono stato a New Orleans per scrivere un pezzo di giornalismo investigativo per conto di Hustler. Sono andato alla St. Peter Guest House e ho parlato sia col direttore che con la persona che aveva trovato il corpo. Thunders è uscito la sera ed è tornato in camera insieme a un paio di tizi; a un certo punto se ne sono andati e il giorno dopo l’hanno trovato morto».

«Mio fratello Jimmy mi comunicò che Johnny era morto. Disse che era a New Orleans, dove aveva conosciuto dei tizi in un bar di Decatur Street, li aveva invitati nella sua stanza per farsi e questi gli avevano preparato una dose letale per ammazzarlo e rubargli le chitarre».

Phyllis Stein: «Johnny aveva con sé del metadone, un bel po’ di soldi, vestiti, chitarre… dove è finita tutta quella roba? Si sapeva che la polizia di New Orleans era corrotta: sono stati loro a rubare le sue cose arrivando sulla scena? Oppure Johnny si è imbattuto in gente senza scrupoli cercando droga? E, se sì, perché l’hanno assassinato? Non lo sapremo mai, perché per la polizia quello era solo un altro tossico morto accidentalmente e se ne fregarono. Non era abbastanza per aprire un’indagine».

 

Mike Hudson: «Più di una fonte mi riferì che i due che avrebbero accompagnato Johnny in camera erano informatori della polizia, quindi sarebbe plausibilissimo se tutta la faccenda fosse stata insabbiata dalle autorità per proteggerli. Comunque erano due che vivevano in strada».

Peter Orr: «Verso la fine degli anni ’90 Barbara Hoover, una dj di WWOZ-FM, mi confidò di conoscere i due tipi che secondo lei avevano ammazzato Johnny; mi disse di avere anche visto, tempo dopo, uno di loro indossare delle scarpe che erano appartenute a Johnny. Erano due delinquenti che frequentavano gli hotel più malfamati di St. Charles Avenue nel Warehouse District, la stessa zona in cui, tre anni più tardi, scomparve Ylenia Maria Sole Carrisi.

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