È una dei 7 cantanti italiani che ha superato il tetto dei cento milioni di copie vendute: basti pensare che il singolo La bambola ha venduto da solo, nelle sue multiple versioni, 40 milioni di copie, risultando così una delle canzoni italiane più famose e vendute all'estero. Su nove partecipazioni al Festival di Sanremo è arrivata otto volte in finale, ottenendo inoltre numerosi premi speciali, tra cui quattro premi della critica, che si aggiungono a numerosi altri prestigiosi riconoscimenti nazionali ed internazionali.
Nel 1968 pubblica La bambola, brano che non le è mai piaciuto perché la costringeva a immedesimarsi in uno stereotipo di donna completamente dipendente dal suo uomo.
C'è stato un periodo in cui tutto quello che toccava diventava oro. Come "Il paradiso", brano di Mogol-Battisti, inutilmente proposto e riproposto in Italia e in Inghilterra, fino alla decisione di Patty di farlo suo. E trasformarlo in un evergreen della canzone italiana.
Negli ultimi venti anni Patty Pravo ha recuperato il suo pubblico e acquisito consensi tra le nuove generazioni, in più si è ritagliata un ruolo di musa ispiratrice e protettrice di autori poco noti che le scrivono belle canzoni ("L'immenso", "E io verrò un giorno là", "Sogno", "Il vento e le rose", "Cieli immensi") e di giovani musicisti che l'accompagnano nei suoi costantemente affollati concerti.
La figura androgina, la voce profonda e potente, i lunghi capelli biondi, il viso angelico e lo sguardo magnetico ne fanno un sex symbol senza tempo, al di là delle mode e dei gusti. Piaceva e piace a tutti, uomini e donne, etero e omo.
Resta per sempre e per sempre resterà la ragazza del Piper.