Ricordando Dusty Springfield

By editorial board on Aprile 16, 2022

Dusty Springfield, nome d'arte di Mary Isabel Catherine Bernadette O'Brien (Londra, 16 aprile 1939 – Henley-on-Thames, 2 marzo 1999), è stata una cantante britannica il cui impatto sulla storia del costume e della musica popolare britannica del novecento è paragonabile a quello che Mina ha avuto in Italia, o Dalida ebbe in Francia.

In Inghilterra, decide di prendere la canzone a suo parere più bella della manifestazione e di interpretarla a suo modo. Io che non vivo (senza te), scritta da Pino Donaggio, viene adattata in inglese da Vicki Wickham, sua amica e futura manager, e da Simon Napier-Bell, e diventa You Don't Have to Say You Love Me. Insoddisfatta dal risultato della registrazione, con il perfezionismo che tutti le hanno sempre riconosciuto chiede di montare il microfono nella tromba delle scale dell'edificio in cui si trova lo studio e, cantando dal fondo della cantina, ottiene finalmente l'effetto di eco che desiderava. Il brano raggiunge il numero 1 nelle classifiche di molti paesi europei e sfonda anche negli Stati Uniti, diventando un evergreen (è stata votata tra le prime cento canzoni di ogni tempo in un referendum di Radio 2 della BBC).
Nello stesso anno a Dusty viene offerta la conduzione di uno special televisivo in cui ha l'opportunità di dar voce in Gran Bretagna alle star emergenti del rhythm and blues. Lo show, intitolato The Sound Of Motown, ospita personaggi del calibro di Stevie Wonder, Marvin Gaye, The Miracles, The Supremes e The Temptations ed è l'occasione per il lancio del suo secondo LP, intitolato Ev'rything's Coming Up Dusty.
Nel 1966 la cantante si trova a dover giocare letteralmente su due sponde: in Gran Bretagna i discografici privilegiano ormai i gruppi dell'ondata beat e la sua figura è leggermente in declino, nonostante anche per il 1965 sia stata confermata miglior cantante dell'anno; negli Stati Uniti invece la sua reputazione è tale che gli autori scrivono pezzi destinati espressamente alla sua voce: tra questi, Carole King che scrive per lei Some of Your Lovin' e Goin' Back, Ben Weisman che le confeziona All I See Is You, una ballata in puro stile "sanremese", con il proposito di bissare il successo del brano di Donaggio, e Burt Bacharach che le affida The Look of Love, brano che verrà inserito nella celebre pellicola James Bond 007 - Casino Royale.
Quest'ultimo brano sfonda in America e diventa nel tempo un classico della musica lounge; in patria viene quasi ignorato e resta relegato nella facciata B di un 45 giri. Tornata a Londra, nel 1967 Dusty promuove l'uscita del suo terzo album Where Am I Going?, che comprende una versione inglese della famosa Ne me quitte pas di Jacques Brel e Close to You, scritta ancora una volta da Bacharach e che verrà incisa anche da Dionne Warwick e dai Carpenters.
Il 1968 vede nuovamente la Springfield protagonista in classifica nel Regno Unito con I Close My Eyes And Count to Ten, e in televisione con il programma a puntate It must be Dusty. In autunno esce il suo quarto album Dusty... Definitely, che la conferma interprete sensibile e raffinata di autori quali Sammy Cahn e Jimmy Van Heusen, Charles Aznavour, Randy Newman e, per l'ennesima volta, Burt Bacharach del quale sceglie This Girl's in Love with You.
Alla fine dell'anno Dusty è nuovamente negli Stati Uniti, dove la Atlantic Records, etichetta che gestisce la maggior parte dei cantanti soul americani, le assicura un prestigioso contratto discografico mettendole a disposizione i migliori e più accreditati musicisti per la realizzazione del primo vero album americano (in precedenza erano uscite negli Stati Uniti solo raccolte dei suoi successi). Dusty in Memphis, questo il titolo del lavoro, venderà molto meno degli album precedenti, ma ancor oggi è riconosciuto dai critici come il miglior album della cantante, che in questo disco mette alla prova tutte le sue capacità vocali. Un 45 giri estratto dall'album, Son of a Preacher Man, riesce comunque ad entrare in classifica sia in Gran Bretagna che negli Stati Uniti, e verrà molti anni più tardi inserito nella colonna sonora del celebre Pulp Fiction.

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Nel 1969 Dusty torna di scena alla BBC con otto puntate dello show Decidedly Dusty; si reca poi negli USA, che ormai sono la sua seconda patria, per incidere il suo secondo album per l'Atlantic, From Dusty With Love. Prodotto da Thom Bell, Kenny Gamble e Leon Huff, tre giovani talenti che alcuni anni più tardi saranno tra gli artefici della disco music, il disco non ottiene i risultati sperati. Unico singolo estratto dall'album è A Brand New Me, che entra in classifica nei soli Stati Uniti e viene quasi ignorato in Gran Bretagna.

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Nel 1970 è pronto il suo terzo lavoro per la casa discografica statunitense: Longing, questo il titolo del disco, viene preceduto da un 45 giri per "saggiare" il pubblico, ma le disastrose vendite di quest'ultimo mandano a monte il progetto. I nastri originali saranno distrutti in un incendio, ma il produttore Jeff Barry, che aveva tenuto per sé delle copie non definitive, farà uscire le incisioni come bonus-tracks in una riedizione postuma di Dusty in Memphis.
In questo periodo il gossip sulla vita privata di Dusty Springfield, finora tenuta gelosamente nascosta, irrompe prepotentemente sulle pagine dei giornali. Il fatto che a 31 anni non fosse sposata e non avesse avuto alcuna relazione con un uomo aveva alimentato molti pettegolezzi, ma all'epoca intervistare un personaggio pubblico sulla propria vita sessuale era impensabile. Eppure Ray Connolly, giornalista dell'Evening Standard, riesce a farsi rilasciare una dichiarazione nella quale la cantante ammette di aver imparato ad accettare, con il tempo, la propria diversità.
La cosa sembra non aver influito sulla sua carriera, ma sta di fatto che per tutti gli anni settanta si sentirà parlare di lei molto meno che nel decennio precedente. Nel 1972 esce per la Philips l'album See All Her Faces, che raccoglie materiale registrato in parte in USA e in parte a Londra. Il risultato è un album slegato, del quale la prima ad essere insoddisfatta sarà la cantante stessa, che decide di non promuoverlo. Paradossalmente, dalle tracce del disco resta fuori What Are You Doing the Rest of Your Life?, che verrà edito solo 24 anni più tardi, e che diventerà un grande successo.
L'anno successivo scade il contratto con la Philips e con l'Atlantic. Dusty si trasferisce a Hollywood e, dopo l'uscita dell'album Cameo per la Dunhill Records, decide di ritirarsi a vita privata e per un certo periodo non si sente più parlare di lei. In questi anni sembra che sia stata sottoposta a pesanti trattamenti antidepressivi, mirati ad impedire gli atti di autolesionismo che spesso si infligge, e l'uso di alcool e di droghe.
Il ritorno sulle scene
Il 1978 è l'anno del suo ritorno sulle scene, con It Begins Again, album realizzato con Roy Thomas Baker, ex produttore dei Queen. Ricomincia per Dusty il grande giro promozionale nelle TV, in radio e nelle sale stampa. Sorprendentemente l'anno successivo pubblica un nuovo LP, Living Without Your Love, e per l'occasione compare sul palcoscenico in quella che sarà la sua ultima esibizione di fronte a un grande pubblico, in uno spettacolo di beneficenza che ha luogo alla Royal Albert Hall in presenza della Principessa Margaret d'Inghilterra.

 

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