Paul McCartney: 'Gli Stones sono una blues cover band'

By editorial board on Ottobre 13, 2021

Parlando con il New Yorker, McCartney osserva che i Beatles lavorassero da una gamma più ampia di linguaggi musicali rispetto ai loro coetanei, non ultimi i Rolling Stones".

McCartney ha dichiarato: “Non sono sicuro di doverlo dire, ma sono una cover band blues, è un po' quello che sono gli Stones. "Penso che la nostra rete fosse un po' più larga della loro".

"Sono radicati nel blues", ha detto McCartney a Howard Stern a proposito degli Stones. “Quando scrivono cose, hanno a che fare con il blues. [I Beatles] hanno avuto un po' più di influenze.

“Ci sono molte differenze e adoro gli Stones, ma sono con te. I Beatles erano migliori".

Paul McCartney, inoltre, rivela di avere altre canzoni come “Eleanor Rigby”La serie Hulu trova la leggenda dei Beatles in una conversazione intima con il produttore musicale Rick Rubin.

In una recente intervista rilasciata alla rivista Uncut per il numero di settembre 2021, ripresa anche  dal New Musical Express e Rockol Paul McCartney ha rivelato di avere delle canzoni inedite scritte nello stille di “Eleanor Rigby”.

Il  musicista britannico ha spiegato di avere alcuni pezzi simili al brano firmato Lennon-McCartney e incluso nell’album dei Beatles del 1966, “Revolver”, che sono contenute nei suoi archivi ancora oggi.

“Ho ancora qualche canzone che non ho pubblicato, perché non penso che siano così buoni”, ha dichiarato Paul McCartney. Ha aggiunto: “È una cosa piuttosto divertente da fare, immaginare semplicemente un nome di un personaggio e provare a scrivere la storia di quel personaggio e poi adattarla a un altro personaggio. 'Eleanor Rigby', l'ho fatto con pochi. Father McKenzie ed Eleanor”.

L’artista inglese ha successivamente narrato: “Molte delle mie canzoni che raccontano una storia, oltre a ‘Eleanor Rigby’, tendono ad essere commedie. Sono io a rendere la cosa ironica, considerando che ‘Eleanor Rigby’ era più seria. Penso che sia per questo che ha avuto più successo”.

Uno dei momenti forti del documentario è quando Paul spiega a Rubin di quando lui e John hanno scritto All My Loving su un tour bus. Non avevano un registratore a portata di mano, né sapevano scrivere musica sul pentagramma, perciò si sono prefissati l’idea di scrivere un pezzo che potesse essere ricordato a memoria il giorno dopo. «Veniamo da Liverpool e quindi siamo influenzati dalla tradizione celtica irlandese. E i Celti non scrivevano la musica. È la tradizione bardica. O meglio, questa è la nostra scusa. Io e John lo dicevano sempre: è la tradizione dei bardi!».

Uno degli highlight di McCartney 3, 2, 1 è quando Paul parla di Baby’s in Black, un pezzo non molto noto del 1964, che è uno dei miei preferiti dei Beatles, ma anche uno dei preferiti dai Beatle. John e Paul adoravano intonare assieme questa sorta di ballata freak folk usando lo stesso microfono e armonizzando le voci guardandosi negli occhi. Hanno continuato a cantarla fino agli ultimi concerti, anche se sapevano che a nessuno piaceva quanto a loro. «La volevamo assolutamente fare, anche se non era tra le preferite dei fan», ricorda McCartney. «Ne andavamo orgogliosi. Ci sembrava di fare, tipo, del funky folk».

Il prossimo 16 luglio sarà disponibile su Hulu la docu-serie di sei puntate “McCartney 3,2,1”, che vede protagonista Paul McCartney insieme al noto produttore Rick Rubin. La serie, realizzata in bianco e nero, ripercorre la carriera musicale del 79enne musicista britannico, dalla sua prima chitarra e composizione fino al successo con i Beatles e come solista.

 

 

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