"È con profonda tristezza che diamo notizia della morte del poeta, compositore e artista leggendario Leonard Cohen", ha scritto il suo agente sulla pagina Facebook ufficiale. "Abbiamo perduto uno dei visionari più profilici e rispettati del mondo della musica", ha aggiunto indicando che la cerimonia funebre si svolgerà a Los Angeles in una data ancora da stabilire. Soltanto pochi mesi fa - era la prima settimana di agosto - Cohen aveva dovuto dire addio a Marianne Ihlen, la donna incontrata negli anni Sessanta sull'isola greca di Hydra e che gli aveva ispirato canzoni come So long, Marianne e Bird on wire: "Ti ho sempre amata per la tua bellezza e per la tua saggezza - furono le sue parole - ma non serve che io ti dica di più poiché lo sai già. Adesso voglio solo augurarti buon viaggio. Addio vecchia amica, amore infinito. Ci vediamo lungo la strada".
Leonard Norman Cohen era nato il 21 settembre 1934 a Westmount, nel Quebec. Aveva imparato a suonare la chitarra da ragazzo e aveva formato un gruppo folk, i Buckskin Boys. Presto ispirato da Federico Garcia Lorca si era rivolto alla poesia. Dopo la laurea alla McGill University, si era trasferito nell'isola greca di Hydra dove aveva pubblicato le sue prime raccolte di poesie Flowers for Hitler nel 1964 e i racconti The Favourite Game nel 1963 e Beautiful Losers nel 1966. Frustrato dalle scarse vendite e poi dal lavoro in una fabbrica di vestiti a Montreal, visitò New York nel 1966 e si immerse nell'ambiente del folk-rock della città. Conobbe la cantante folk Judy Collins, che in quello stesso anno inserì due canzoni di Cohen nel suo album ''In my life''. Una delle due era il primo celeberrimo successo di Cohen "Suzanne".
Presagiva la fine nell’ultima intervista («sono pronto»), ma in realtà sembrava voler esorcizzare la morte: «a volte ci si lascia andare a un eccesso di drammatico- aveva detto- Ho intenzione di vivere per sempre».