La parola scusa nel rock non esiste. Che si scusi quell’altro bastardo con cui ho litigato, quello che voleva fregarmi, quello che ha torto marcio, quello che m’ha fregato le canzoni. Qualche volta però un passo nella direzione dell’altro, di quello a cui hai cercato di spaccare la Les Paul in faccia, lo si fa. Per soldi, per affetto, perché tutto sommato non è tanto male, perché è giusto. Ecco allora 10 rappacificamenti rock, reunion instabili, riavvicinamenti temporanei, session segrete. Siete avvisati: non sono tutte storie edificanti.(Estratto da Rolling Stone.it)
Lennon -McCartney
Avevano litigato persino su chi aveva sciolto i Beatles: sono stato io, eh no l’ho fatto prima io. Uno aveva dedicato all’altro una canzone velenosissima, How do You Sleep. Eppure John Lennon e Paul McCartney si sono riconciliati. Non in pubblico, ma rivedendosi in privato e poi per suonare assieme nel 1974 con Stevie Wonder, Jesse Ed Davis, Harry Nilsson e altri. Lennon ne accennò all’epoca, McCartney anni dopo con grande sollievo di tutti.
Simon e Garfunkel
Si detestavano a tal punto che il dissenso sulla dodicesima traccia da includere nell’album Bridge Over Troubled Water si chiuse solo con la decisione di includere 11 pezzi. Per anni si sono a malapena parlati, per poi riavvicinarsi in reunion estemporanee fino al grande concerto a Central Park del 1981, davanti a mezzo milione di persone. Seguì un tour in cui pare non si siano praticamente rivolti la parola. Come una coppia di fidanzati che continuano a prendersi e mollarsi, sono poi tornati a esibirsi assieme. A un certo punto Simon ha detto basta, Garfunkel ha dichiarato che l’amico-nemico è un idiota. No, non è una storia edificante.
Jagger - Richards
Anche se sembra che i Glimmer Twins del rock non si siano mai mollati per sessant’anni, in verità negli anni ’80 sono arrivati a parlarsi solo tramite terzi. Per dire: uno dei loro album migliori di metà carriera, Tattoo You, è stato fatto tenendosi a debita distanza e rielaborando vecchie incisioni. Il picco della tensione: ai tempi di Dirty Work, quando Keith Richards, incazzato per la decisione di Mick Jagger di fare dischi solisti, per di più sfacciatamente pop, diede della puttana all’amico. Negli anni ’90 è arrivata la riconciliazione e i due hanno imparato a convivere dando il via a una serie di mega tour. Non che le cose siano andate sempre lisce, dopo: nell’autobiografia del 2010 Life il chitarrista ha scritto del “cazzetto” di Jagger, che ha voluto le scuse di Richards, a sua volta ha descritto come un tossico pericoloso, vagamente omofobo e maschilista.
Roger Daltrey e Pete Townshend
Diversi, diversissimi per temperamento ed estrazione. Con idee divergenti su che cosa dovessero essere gli Who. Incazzosi e rissosi fino quasi ad ammazzarsi, come ha raccontato Daltrey ricordando un episodio del 1973: Townshend che gli lancia addosso una Led Paul, lui che lo stende con un pugno, quello che finisce a terra e sembra morto stecchito. Non era per niente scontato che i due trovassero un accordo nel 1989, sette anni dopo l’ultimo album in studio degli Who e quattro dopo il Live Aid, per tornare in tour in una formazione allargata e con una buona parte dello show dedicata a Tommy. Ovviamente non hanno mai smesso di sparlare l’uno dell’altro, né di litigare.