John Lydon» si legge sull’account ufficiale del cantante «desidera prendere le distanze da qualsiasi azione dei Sex Pistols volta a sfruttare la morte della Regina Elisabetta II. I musicisti della band e il loro management hanno approvato una serie di richieste contro la volontà di John.
"God Save The Queen" dei Sex Pistols è stato confermato come il miglior singolo in vinile del 2022. L'inno anti-monarchico dei Sex Pistols God Save The Queen è ufficialmente il singolo in vinile più venduto del 2022 finora, rivela la Official Charts Company.
Il singolo omonimo del 1977 della band punk includeva opinioni controverse sulla monarchia.
“Non ho animosità contro nessuno della famiglia reale. Mai fatto. È l'istituzione che mi infastidisce e il presupposto che devo pagare per questo".
Rest in Peace Queen Elizabeth II.
Send her victorious.
From all at https://t.co/vK2Du0ZzDS pic.twitter.com/kq4M6WfeML
— John Lydon Official (@lydonofficial) September 9, 2022
John Lydon ha citato un verso della versione originale e ufficiale dell'inno nazionale britannico, "God Save the Queen" - che ora sarà "God Save the King" - nel suo recente tributo alla regina Elisabetta II dopo la sua morte giovedì (9 Settembre).
I Sex Pistols hanno ristampato "God Save The Queen" in occasione del Giubileo di platino dei Queen Sia la versione Virgin che la tanto apprezzata A&M del singolo saranno ripubblicate
Il primo trailer ufficiale della serie TV Sex Pistol di Danny Boyle Pistol è stato rilasciato da FX ed è opportunamente traboccante di carneficina punk rock. (Le immagini possono ferire la tua sensibilità)
Il brano, che originariamente (e in qualche modo controverso) raggiunse il numero 2 della Official Singles Chart durante il giubileo d'argento della regina nel 1977, ricevette una riedizione per commemorare il Platinum Jubilee della regina Elisabetta II a giugno. Un numero limitato di stampe in edizione speciale è stato reso disponibile ai fan che hanno esaurito i preordini.
Official Vinyl Singles Chart 2022 – up now
1 GOD SAVE THE QUEEN SEX PISTOLS VIRGIN
2 THE LAKES TAYLOR SWIFT EMI
3 OOH DO U FINK U R SUGGS & PAUL WELLER BMG
4 WE'RE GONNA GET THERE IN THE END NOEL GALLAGHER'S HIGH FLYING BIRDS SOUR MASH
5 BRILLIANT ADVENTURE EP DAVID BOWIE PARLOPHONE
6 HUNTER'S MOON GHOST LOMA VISTA
7 MAKING A FIRE FOO FIGHTERS COLUMBIA
8 ROCK THE CASBAH CLASH COLUMBIA
9 A CELEBRATION U2 ISLAND/UMC
10 WHO'S THAT GIRL MADONNA RHINO
Pistol è arrivato in streaming sugli schermi di mezzo mondo il 31 maggio sulle piattaforme Hulu / Disney+. (Ondamusicale.it)
John Lydon: «Sono andato in bancarotta, sono fottuto» - La causa con gli altri Sex Pistols sarebbe costata milioni di sterline, dice in un’intervista il cantante. «Ora i Sex Pistols appartengono a Topolino e io non ho più alcun risparmio» (VMZ.eu)
John Lydon non era contento di Pistol, la nuova serie tv sui Sex Pistols, e ha fatto causa alla produzione. Ne ha parlato in una recente intervista per il Sunday Times. «Credo che sia la roba più irrispettosa a cui abbia mai assistito», ha detto. «Hanno scritturato un attore per interpretarmi (Anson Boon), ma a cosa sta lavorando? Di certo non al mio personaggio. Questa storia può finire solo in tribunale». E infatti,lo scontro nelle aule di tribunale con gli ex compagni della band, scontro che si è concluso il 23 agosto scorso a loro favore: un giudice ha infatti deciso che gli ex Steve Jones e Paul Cook hanno tutto il diritto di usare le canzoni per la serie senza il beneplacito del cantante.
Nell’intervista al Sunday Times, Lydon dice che Boyle non l’ha mai contattato per lavorare a Pistol, anche se i due si erano incontrati quando il regista ha lavorato al film di apertura delle Olimpiadi di Londra del 2012. «Pensano di potermi passare sopra, ma non succederà. Non senza una enorme, gigantesca battaglia», ha detto Lydon. «Io sono Johnny, e chi interferisce con i miei affari se la vede brutta. È una vergogna».
Dice ora Lydon che «non ho più alcun risparmio, niente prestiti, zero pensione. Non ho niente. Sono fottuto». Una situazione, afferma, che potrebbe avere ripercussioni sulle cure alla moglie affetta da Alzheimer. «Ecco cosa mi hanno fatto» gli ex Pistols. «Grazie tante, ragazzi!».
Nel 1976 usciva "Anarchy in the UK" dei Sex Pistols. E quarant'anni dopo la capitale celebra il movimento con una serie di iniziative.
In quei mesi, infatti, il fenomeno prese prepotentemente piedi e i Pistols divennero i portavoce di una generazione decisa ad andare contro tutto e tutti. Il brano, che ottenne un discreto successo commerciale, venne bandito da quasi tutti i media per il suo testo provocatorio: ma la censura non fece che aumentare la reputazione della band di Johnny Rotten, destinata a diventare uno dei fenomeni più dirompenti della storia del rock. Quando uscì 'Anarchy in the UK', della band facevano parte Johnny Rotten, il chitarrista Steve Jones, il batterista Paul Cook e il bassista Glen Matlock, poi sostituito da Sid Vicious.
I wanna be Anarchy, in the city”. E per chiunque, nel novembre 1976, era chiaro che la city di cui si stava parlando era quella di Londra. A quarant’anni di distanza, nel 2016, si tornerà a parlare di punk a Londra, con l’iniziativa unificata delle principali istituzioni londinesi denominata Punk.London. Un insieme di concerti, conferenze, film, esibizioni e mostre che si svilupperanno nell’arco di tutto l’anno, per celebrare il movimento e indagare non solo la parte musicale, ma anche le sue conseguenze nella cultura, nella società e nella politica.
Punk.London inizierà il 4 di gennaio al The 100 Club, la location che nel settembre ’76 ospitò il 100 Club Punk Special, maxi festival punk di due giorni che coinvolse tutti i nomi più importanti del movimento, dai Sex Pistols ai Clash. Fino al 14 di gennaio, infatti, il locale ospiterà il Resolution Festival.