Michael Kevin “Mick” Taylor nasce a Welwyn Garden City, Hertfordshire, Inghilterra, il 17 gennaio del 1949. Prima delle pagine scritte nei Rolling Stones, Mick da giovanissimo, 17 anni, si trova ed essere il chitarrista solista di John Mayall e dei Bluesbreakers. Subito in tour.
Taylor aveva sedici anni quando, ad un concerto dei Bluesbreakers, Eric Clapton non si presentò e John Mayall decise di chiamare sul palco quel ragazzo pallido dalle dita inafferrabili: «Per me esisteva solo il blues: i miei eroi si chiamavano B.B.King, Buddy Guy, Robert Johnson». La fama di Taylor corse veloce: a ventun' anni Jagger lo chiamò a rimpiazzare Brian Jones. Impresa non facile, perché la prima volta di Mick con la band fu il 5 luglio 1969 ad Hyde Park, davanti a 400mila persone e due giorni dopo la morte dell' illustre predecessore. Non fu un inizio facile con i Rolling Stones... «Era il concerto più grande che facevano, non suonavano assieme da due anni e Jones era appena morto. Mi presentarono ai fan e andò tutto bene. Ma non mi sono mai messo in competizione con Brian, non lo conoscevo nemmeno».
Suonò con Mike Oldfield, John Phillips e con Bob Dylan. «Grande personaggio. Con lui ho inciso un album nel 1983, Infidels, poi facemmo un tour: otto settimane di concerti da cui venne tratto Real Life. Venimmo anche in Italia e conobbi un ottimo chitarrista, Guido Toffoletti». Chi è il suo chitarrista preferito? «Molti. Jimi Hendrix, ma anche Jeff Beck, capace di creare un suono unico, e Eric Clapton, uno dei miei primi eroi: mi influenzò molto a quindici anni». Cosa suonerà questa sera? «Brani solisti e cover blues: farò sentire la mia chitarra. Ho visto che al Festival c' è stato anche Paco de Lucia, ma non pensate mi metta a suonare il flamenco». Ha mai rimpianto di aver lasciato gli Stones? «Non credo all' utilità dei rimpianti».